Palazzo Chigi

Palazzo Chigi di Formello raccoglie tutte le fasi della storia del paese. Sarebbe più corretto chiamarlo Palazzo Orsini-Chigi perché grandi parti sono da attribuire alla fase orsiniana. Per ricordare la famiglia, la Sala per mostre temporanee con ingresso sotto l’arco è stata chiamata Sala Orsini.

 

Nei documenti d’archivio, Formello compare per la prima volta fra i possessi Orsini nel 1273. Alla fine dello stesso secolo, dagli scavi archeologici è attestata la prima fortificazione del borgo, con una cinta difensiva che includeva la torre, primo nucleo del palazzo. Alla fine del Trecento dobbiamo verosimilmente collocare la costruzione di un primo palazzo. Si nota la lapide murata nel lato occidentale del palazzo, con stemma Orsini e un’iscrizione in lettere gotiche: factum fuit hoc opus 1373.

 

Dal 1470, sotto Napoleone Orsini (m. 1480), sono attestati lavori al castello di Bracciano, che sarà il centro del feudo Orsini, che verranno poi proseguiti dal figlio Gentil Virginio (1445-1497). Parallelamente sono attestati anche lavori a Formello. Una data incisa sulla facciata del palazzo attesta legge 1464, con una leggera precedenza rispetto a quelli a Bracciano.

 

La costruzione del palazzo per la sua parte più importante si colloca nella seconda metà del Quattrocento, con il cortile rettangolare connotato dal porticato dai pilastri ottagonali in peperino, che sorreggono archi a tutto sesto. Pitture murarie del periodo Orsini si conservano in cinque ambienti del primo piano. Una parte di queste decorazioni risale alla fine del Quattrocento, la restante alla seconda metà del Cinquecento.

 

La “Stanza dei Tritoni” (Sala 2 del Museo), con un fregio con tritoni o sirene e la “Stanza delle Grottesche” (Sala 3 del Museo) con un fregio a grottesca, cartelle contenenti paesaggi, oltre a festoni, per motivi stilistici sono probabilmente databili attorno al 1570 – 1580.

 

Altre tre stanze suggeriscono invece una datazione all’ultimo quarto del Quattrocento. La “Stanza dei Trofei” (Sala 4 del Museo) mostra un fregio con candelabre, trofei e vasi. La “Stanza Della Rovere” (dove si trova l’ascensore e la Meridiana), evidenzia un fregio con arpie, vasi, cornucopie e bucrani.

 

Nella stessa stanza sono riemerse tracce di una pittura più antica direttamente sopra i tufelli a motivi geometrici, risalente probabilmente agli inizi del XIV secolo, un tempo probabilmente visibile dall’esterno, prima della costruzione degli ambienti che hanno inglobato la torre. La “Sala Grande”

costituisce lo spazio più grande ed importante del palazzo e espone un fregio decorato a girali d’acanto e mascheroni.

 

Nel settembre 1661 data la vendita di tutto il feudo dagli Orsini ai Chigi, il cardinale Flavio Chigi (Siena 1631 – Roma 1693), che qui ha una delle sue residenze, commissiona lavori a maestranze attive anche in altre sue fabbriche. All’ingresso al centro storico è dipinta la Resurrezione di Cristo (1663), eseguita da Bernardino Mei.

 

Nella Loggia al piano nobile è dipinta una Diana da Francesco Milizia, una vera e propria scultura barocca dipinta. Un pavone e un pappagallo sono inseriti in finte finestre sopra le due porte. Il paesaggista Jean de Momper dipinse il largo paesaggio con costa marina, roccia ad arco naturale e ruderi.

 

La Cappella Chigi al Il piano mostra un’Assunzione della Vergine di Paolo Albertoni, e altare ligneo. Le parti architettoniche furono dipinte dall’indoratore ed impresario Francesco Corallo, che aveva decorato con motivi architettonici anche diverse altre stanze del palazzo, affidando a Niccolò Stanchi le parti floreali. Il Corallo con Stanchi firmano anche il soffitto dipinto di tutte le stanze di questo Appartamento Novo del Cardinale, decorato con uccelli, rami e fogliame su uno sfondo di cielo.

 

L’opera più prestigiosa del palazzo di Formello era indubbiamente il dipinto murale di Giovan Lorenzo Bernini raffigurante il Salvator Mundi, realizzato a sanguigna, carbone e guazzo (1663 ca). Staccato dal muro prima della vendita del palazzo nel 1975 è passato in collezione privata romana.

 

Un lungo periodo di abbandono ha compromesso le decorazioni del Palazzo, venduto nel 1975 dai Chigi alla società Sicom ed acquisito nel 1983 dal Comune, ma in anni recenti il palazzo è stato quasi interamente restaurato e le sue evidenze artistiche recuperate. La sua parte più recente è costituita dalla nuova torre civica di Andrea Bruno (2000) che idealmente ricostruisce l’ingombro originario della torre di vista duecentesca.

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